
Il complesso conventuale sorse a partire dal 1470 in seguito alla donazione di un oratorium, sive aedicula, con terreni annessi da parte dell’Ospedale della Misericordia in favore dei frati minori osservanti, in una zona dove erano già altre chiese e proprietà religiose.
Solo dopo la costruzione del ponte a quattro archi voluto da Sisto IV ed eretto nel 1479 in funzione del convento la zona fu agevolmente collegata alla città.
A prova dell’importanza del San Giacomo come centro culturale, sappiamo che il vescovo Giustiniano nel 1563 mandò a Filippo II re di Spagna manoscritti per la biblioteca dell’Escorial; nel 1647 fra Dioniso da Genova descrive un convento con due dormitori, chiostro, refettorio, biblioteca fornitissima, perfetto in ogni sua parte tanto da non poter desiderare altro per la vita monastica, abitato da 25 frati tra cui studenti di filosofia e di teologia; descrive la facciata ornata da un rosone con vetrata colorata donata da Oberto D’Oria nel 1476 (probabilmente la data della fine della costruzione).
La chiesa consiste in un’aula rettangolare coperta con un tetto ligneo con capriate su mensole di legno con cappelle laterali sui due lati, in un vano quadrangolare voltato a crociera e in un abside con coronamento poligonale. Il pontile (lectorium) è coperto da tre crociere su esili colonne.
Una bolla di Innocenzo IV concede nel 1250 di seppellire nelle chiese non solo chi abita nel convento, ma anche i fedeli che lo richiedano; da ciò la ripartizione interna che rivela la motivazione di accogliere le spoglie di membri della classe mercantile che commissionano polittici nelle cappelle laterali, sei per lato, (cappella Sacco decorata dal Mazone, cappella Boccalandri, cappella Chiabrera decorata dal Brea, cappella Multedo decorata dal Fasolo, cappelle Pozzobonello, Catullio, Salineri, Scarella, Soldano, Grasso, …), con un’aula pubblica divisa dal presbiterio, separazione sottolineata dal pontile.
I volumi del convento sono raccolti intorno a due chiostri, solo in piccola parte ristrutturati dal comune di Savona per quanto riguarda le coperture ed il campanile, e da privati quali il centro di ricerca Solar Technology Group per i locali che affacciano su due lati del primo chiostro ed il Circolo Artisi negli spazi e volumi a levante del convento.
Le restanti parti sono in condizioni a dir poco tragiche: la copertura della chiesa è seriamente danneggiata, e i raggi del sole penetrano all’interno dagli squarci della falda a sud; le arcate nord del secondo chiostro sono crollate negli ultimi due anni, e le altre parti del porticato versano in condizioni precarie.